Ti perdi cinquanta puntate, ma la storia è sempre la stessa.

Si chiamava solo "casa Giordano"; ora è diventata "Little San Brancato", ma la sostanza non cambia. D'accordo: gli alberi di dentifrici venivano dalla Terronia, Gino era ancora iscritto ad una falsa università, Squino non aveva ancora un nazionale del Niubbistan e forse la Compagnia dell'Anello aveva qualche membro (he he he) in più…

Ma se il dentifricio arriva dai cespugli dell'Esselunga (via internet, peraltro: ma quando mai!), Gino si iscrive all'Albicocca e Squino compra l'ennesimo centrocampista monoskill, cosa cambia? Piño se la spassa comunque, il Don avrà cambiato posizione ma non ha mutato abitudini navigatorie, Squino cerca invano di farsi temere (mi temi? ma quanto mi temi?) e Gino ha soltanto sostituito il poster di Homer con una bandiera sudista e la conoscenza dell'inglese con quella del santarcangiolese.

Neppure la saggia disamina di Tizio sull'opportunità di andare all-in quando al flop si ha una coppia di K mi riesce a togliere la sensazione di essere salito sulla DeLorean, anzichè sul Bolzano-Milano.

A presto, niubbi. Ed iscrivetevi a Buzzerbeater.